Con la Brexit, che ha visto la Gran Bretagna uscire dall’Unione Europea il 31 gennaio 2020, ci sono stati alcuni cambiamenti importanti per quanto riguarda le spedizioni tra l’Italia (e in generale l’UE) e il Regno Unito. Ecco cosa è cambiato e cosa devi sapere se vuoi spedire in Inghilterra.
Le spedizioni verso il Regno Unito non sono più esenti da controlli doganali. Questo significa che devi compilare una dichiarazione doganale per ogni pacco che invii, a meno che non siano beni esenti come regali con un valore inferiore a una certa soglia. Potrebbero essere applicate tariffe doganali sulle merci spedite, in base alla classificazione dei prodotti. Queste variano a seconda del tipo di merce e del suo valore.
Se la tua azienda spedisce frequentemente in UK, avrai bisogno di un codice EORI (Economic Operators Registration and Identification) sia per l’Italia che per il Regno Unito. È un codice identificativo che viene assegnato alle aziende e agli operatori economici per facilitare le operazioni doganali.
È importante inoltre utilizzare correttamente il codice HS (Harmonized System) per ogni tipo di merce, in modo che la dogana possa applicare correttamente i dazi e l’IVA. Questi codici sono universali, ma possono variare nei dettagli a seconda delle categorie di prodotto.
I regali spediti tra individui possono godere di alcune esenzioni fiscali, ma solo se il valore non supera una certa soglia (£39 al momento della Brexit). Se il valore supera questa cifra, anche i regali sono soggetti a dazi doganali e IVA.
A causa dei nuovi controlli doganali, le spedizioni verso il Regno Unito potrebbero richiedere più tempo e avere costi maggiori rispetto a prima. Le compagnie di spedizione come DHL, UPS, FedEx e le poste locali (come Poste Italiane) hanno aggiornato le loro tariffe per riflettere le nuove normative. Alcuni corrieri offrono il servizio “Delivery Duty Paid” (DDP), che consente di pagare in anticipo tutte le tasse e i dazi doganali, evitando che il destinatario debba pagarli al momento della consegna. Altri corrieri utilizzano il metodo “Delivery Duty Unpaid” (DDU), dove, al contrario, il destinatario si fa carico dei costi doganali all’arrivo del pacco.
Quando invii pacchi nel Regno Unito, dovrai includere una descrizione dettagliata dei contenuti e il loro valore. Inoltre, potrebbe essere necessario allegare un modulo doganale (come il modulo CN22 o CN23 se la spedizione è fatta tramite il servizio postale) che dichiara il contenuto e il valore del pacco.
Con la Brexit, le politiche di restituzione dei prodotti possono essere più complicate, poiché qualsiasi reso dal Regno Unito all’Italia dovrà passare attraverso la dogana. Questo potrebbe comportare costi aggiuntivi sia per il reso che per l’importazione di beni restituiti.
Per concludere, spedire in Inghilterra post-Brexit richiede una maggiore attenzione alla documentazione doganale, alle tariffe applicabili e ai costi aggiuntivi come l’IVA e i dazi. È importante verificare le normative specifiche per ciascun tipo di merce e, se possibile, scegliere metodi di spedizione che consentano di gestire in anticipo i costi doganali, per evitare spiacevoli sorprese per il destinatario.